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RICORDO - P.S.I. Parole di Senso Incompiuto

  • Immagine del redattore: MiryamPinottiPsicologa
    MiryamPinottiPsicologa
  • 28 mar 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Buona settimana a tutti e bentornati nel mio blog!

Una parola, poche e semplici righe per intravederne il significato e solleticare la curiosità.


Ci ostiniamo a pensare che il suo habitat sia il cervello, ma, celato fra le sue lettere,

pulsa il cuore. Re (indietro) e cor, cordis (cuore): richiamare nel cuore.


L’archivio dei ricordi che ognuno di noi possiede è talmente vasto e complesso,

in continua evoluzione, da rendere difficile persino provare a descriverlo.

Infiniti sono i cassetti e gli scaffali in cui immagazziniamo immagini, esperienze, sensazioni, dialoghi, informazioni e molto altro, e la questione si complica se consideriamo che alcuni di essi sono collegati, attivandosi anche solo per associazione!


Certi ricordi hanno vita brevissima, nell’ordine dei secondi o minuti, a qualcun altro concediamo di rimanere a disposizione due o tre giorni, così da saper rispondere, per esempio, alla domanda “cosa hai mangiato ieri a pranzo?”;

poi ci sono gli eletti, i ricordi che hanno accesso alla Memoria a lungo termine, talvolta per obbligo (un’interrogazione temuta di geografia sulle capitali europee ce le fa entrare per forza, nella memoria) altre volte per merito (una festa a sorpresa voi non la trasformereste in un ricordo?).


Ma la qualità più interessante, del ricordo, è la sua inevitabile quota di soggettività.

Chi lo racconta potrebbe giurare sulla sua aderenza alla realtà e quindi sul fatto che sia oggettivo e vero, ma due persone che hanno vissuto la medesima esperienza, non possono avere uguali ricordi.

Il ricordo è come un vestito che si cuce addosso a chi lo indossa, riuscendo a tenere insieme, in una trama di fattura pregiata, la storia passata, lo stile di personalità, la visione del futuro, i vissuti emotivi, eccetera, eccetera…


Ci sono ricordi che vorremmo estirpare dalla nostra mente perché tornano e tornano ancora e fanno male, altri che vorremmo afferrare ma inspiegabilmente ci sfuggono;

ci sono ricordi che usiamo come coccole della buonanotte, altri che ci risvegliano all’improvviso aumentano il battito cardiaco e rendendo il respiro affannoso.


Ricordare ci dà un senso profondo di esistenza, perché favorisce la narrazione della propria storia e quando si svuota il catalogo dei ricordi, a causa di una malattia o di una rimozione consapevole, sentiamo di diventare invisibili, al mondo ma, soprattutto, a noi stessi.


 
 
 

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